RETE PER L’AUTISMO: protocolli diagnostici e terapeutici strategici per il Servizio Sanitario Nazionale

Venerdì 19 febbraio 2021 è stata presentata la RETE PER L’AUTISMO: protocolli diagnostici e terapeutici strategici per il Servizio Sanitario Nazionale. Purtroppo l’evento non è stato registrato per motivi di tutela di alcuni dei dati presentati che sono passibili di brevettazione progettuale.

E’ stata invitata anche la presidente di Angsa, Benedetta Demartis che così ha commentato: “Mi ha dato speranza questa sinergia di competenze (ognuna per settore) che cercano di trovare risposte certe per valutare velocemente e con precisione se nascerà un bimbo con autismo, la prognosi futura nell’apprendimento a parità di diagnosi tra un bimbo e l’altro, e quindi dove e quanto investire economicamente. Il tutto mirato a migliorare la vita dei bambini e delle famiglie. Insomma, ne sono uscita con animo davvero speranzoso per il futuro”.

Inizialmente applicato in quattro regioni, il protocollo NIDA per la sorveglianza e la valutazione del neurosviluppo è ora presente in tutto il territorio nazionale grazie alla collaborazione con le Regioni e in grande sinergia con la Società Italiana di Neonatologia, la Società Italiana della Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza, la Società Italiana di Pediatria, la Federazione Italiana Medici Pediatri, l’Associazione Culturale Pediatri, e il Sindacato Medici Pediatri di Famiglia.

Si era partiti dal 2012  con questo Network Italiano per il Riconoscimento Precoce dei Disturbi dello Spettro Autistico (NIDA) come una rete di collaborazione sul territorio italiano con lo scopo di identificare precocemente i bambini con Disturbo dello Spettro Autistico (ASD), poi il 30 dicembre 2016 il Decreto Ministeriale  (Ministero della salute di concerto con il Ministero dell’economia e delle finanze) che disciplina le modalità di utilizzo del Fondo Autismo previsto dalla legge del 18 agosto 2015, n134 (legge autismo), come garantito dall’art.1, comma 401, della legge 28 dicembre 2015, n. 208) ha affidato all’ISS il compito di istituire una rete di coordinamento regionale tra pediatri di famiglia, servizi educativi dell’infanzia, le neonatologie e terapie intensive neonatali e Unità Operative di Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza.

Fondamentale è la sorveglianza del neurosviluppo nel contesto dei bilanci di salute pediatrici su scala nazionale e l’attività di formazione specifica nell’ambito dei nidi e delle scuole dell’infanzia che attraverso una efficace osservazione appunto della traiettoria di neurosviluppo del bambino, nel caso di dubbi dovrà essere inviato tempestivamente sul territorio in una Unità Operativa di  Neuropsichiatria Infantile per una valutazione specialistica. Ed è proprio questo che l’istituzione di una rete specifica per il riconoscimento, diagnosi e intervento precoce dovrebbe e dovrà garantire.

Abbiamo chiesto alla Dottssa Maria Luisa Scattoni, coordinatrice Nazionale del Network NIDA e dell’Osservatorio Nazionale Autismo cosa significhi aver creato una rete così capillare sul territorio nazionale e, in termini pratici, cosa e come potrà migliorare la capacità di “fare diagnosi precoce” e quale la ricaduta sulle famiglie e soprattutto la presa in carico. Ecco la sua risposta: “L’implementazione della rete dei servizi territoriali e il potenziamento di ognuno dei presidi deputati al riconoscimento-diagnosi precoce consentirà una tempestiva e quanto più individualizzata presa in carico. Non saranno più solo pochi centri ‘di riferimento’ o di ‘eccellenza’ in Italia a fare diagnosi (costringendo i genitori a viaggi in tutta Italia o comunque lontano dal proprio territorio di residenza) ma tutta la rete. Verrà condiviso un protocollo per il riconoscimento di atipie comportamentali sia nei bilanci di salute pediatrici che nei servizi educativi della prima infanzia e quando necessaria la visita del neuropsichiatra infantile il collegamento tra i servizi sarà più rapido e competente perché non dovranno attendere mesi o peggio anni. Ci saranno dei centri o servizi specializzati che fungeranno da enti di raccordo fra ISS e territorio – ecco perché RETE PER L’AUTISMO e, continua la Dottssa Scattoni –  formeranno gli operatori dei servizi territoriali e si attiveranno quando sarà necessario un maggiore approfondimento clinico o per il monitoraggio dei bambini a rischio, per esempio i fratelli minori di bambini già diagnosticati con disturbo dello spettro autistico perché  l’individuazione precoce ed un tempestivo intervento possono significativamente attenuare il quadro clinico”, intervenendo appunto con tempestività sullo sviluppo del disturbo.

Non possiamo non fare il tifo perché la RETE diventi presto realtà su tutto il territorio nazionale!

Condividi con..