Un giorno di stra-ordinari autismi

Sono mesi che ho comprato questi sfiziosi auricolari dal mio abituale negozio, fonte di idee e materiale per lavorare con i miei figli. E mesi che prometto a Nicole di trasformarli in orecchini.

Stamattina, proprio oggi che sono sola con loro, decido che è il giorno giusto per mantenere la promessa.

Allora mi attrezzo di tutto punto col mio bisturi super affilato, stando ben attenta a rifilare solo il cono. Fatto il primo. È un attimo, meno di un attimo e mi ritrovo il polpastrello del medio aperto in due.

Il lavandino del bagno da bianco diventa rosso all’istante. Il tutto davanti agli occhi di Nicole, che mi segue in bagno e mi chiede: << ma non mi finisci gli orecchini? >> . Mentre mi dispero, cercando invano di fermare il sangue (il taglio è piuttosto profondo e proprio nella zona più piena di capillari…vi lascio immaginare), sorvolo sulla domanda e le do indicazioni su cosa prendermi dall’armadietto del pronto soccorso. E devo dire mi aiuta, cerca di seguire quello che le urlo.

Sì, in effetti c’è stata una mezz’ora di panico: non riuscivo a bloccare il sangue. Ah dimenticavo che mentre accadeva tutto ciò, telefona mio marito, manco se lo sentisse, nel momento esatto in cui scappo in bagno. Quindi in diretta telefonica partecipa al panico. Intanto Nicole continua a preoccuparsi del cono non finito, io piango e urlo preoccupata di essere sola con loro, con tutti i vicini ( tutti!) fatalità non in casa. Sapevo che per bloccare il sangue, oltre che comprimere la ferita e stringere il dito con un bendaggio costrittivo, mi servivano delle strisce sigillanti…cioè andare in farmacia. E intanto <<mamma quando pensi poterti rimettere al lavoro?>>.

Be’ tutto sommato è stata brava, ha mantenuto il self control e la lucidità (interessata), lei.

Giusto. E Daniel? Imperturbabile col suo autismo, imperturbabile col suo iPad, tranquillamente seduto sul divano e stranamente non disturbato dal parlare concitato che normalmente lo agita molto.

E poi arriva inaspettato, all’improvviso, un abbraccio dall’altro autismo, dall’autismo di Nicole, lo stesso che fino a poco prima si preoccupava dei suoi orecchini in fieri, insieme alle parole <<cosa posso fare per tirarti su?>>

… e così d’un tratto tutto passa, tutto sembra lieve, di una leggerezza di cui solo chi convive con lo spettro 24 ore su 24 può godere respirando una boccata d’ossigeno come se all’improvviso un colpo di vento avesse spalancato le finestre o un’onda fuori misura ti avesse bagnato dolcemente i piedi.

 Una sensazione breve. La risacca richiama a sé l’acqua, le finestre si richiudono e Nicole << ok, allora quando cominci a togliere l’altro cono?>>.

Ma va bene così, noi ci dissetiamo con poco e per dirla con Antoine de Saint-Exupéry, il padre del Piccolo Principe, “quell’acqua era dolce come una festa…era un bene per il cuore, come se fosse un dono“.

Stefania, mamma di Nicole e Daniel


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“Quando nel dolore si hanno compagni che lo condividono, l’animo può superare molte sofferenze” – William Shakespeare

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