Dal 25 giugno del 2016 lo Stato italiano può vantare la sua legge sul Dopo di Noi (Legge n.112/2016 ).
Le famiglie a quasi un anno di distanza ancora non ne hanno percepito gli effetti. Ed i motivi sono presto detti: il decreto attuativo per definire i requisiti di accesso alle misure di assistenza a carico del fondo e per la ripartizione dello stesso alle regioni, firmato il 23 novembre 2016, è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale solo il 23 febbraio 2017.
Entro il 28 febbraio le Regioni dovevano inviare al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali gli “indirizzi di programmazione ” di cui all’art.3, c.3. (non tutte le regioni hanno avuto il piano di attuazione approvato); dal 20 aprile il Ministero ha iniziato a distribuire i fondi alle Regioni con il piano approvato.
Quindi va da sé che le famiglie non possano ancora plaudire ad una legge che era stata annunciata come la soluzione al gravoso interrogativo su che fine faranno i nostri figli: di fatto nulla ancora è stato avviato. E soprattutto le campagne informative da parte delle regioni, art.7 della legge, ancora non sono partite.
Chi si è mosso subito, invece, è stato il Consiglio Nazionale del Notariato che il 17 maggio scorso ha presentato la Guida per il cittadino su “Dopo di noi, amministratore di sostegno- gli strumenti per sostenere le fragilità-“. Una guida utilissima per capire come muoversi con gli strumenti a disposizione e,non ultimo, con l’istituto del trust , così ben articolato all’interno della legge, art.6.
Inoltre il sabato 27 maggio in 61 città italiane è previsto l’open day per la tutela delle fragilità sociali, una giornata in cui notai e le associazioni di tutela saranno presenti con eventi e attività di orientamento.
Lascio volutamente per ultima una considerazione positiva sul complesso della legge: nel decreto attuativo, art.2, si parla finalmente ed ampiamente di progetto individuale, di budget di progetto (comma2) , di necessità delle singole Persone, come già previsto, ma scarsamente (e sono buona) attuato, dall’art.14 della 328 del lontano, ormai, 2000.
Certo le equipe multidisciplinari che dovrebbero predisporre la valutazione, con una adeguata formazione sull’ICF (International Classification of Functioning), sono ancora un’entità astratta in molte regioni. Ma almeno adesso, appena saranno emanate le Delibere di Giunta Regionale alla luce dei piani di attuazione della legge, messe nero su bianco le procedure, le associazioni potranno monitorare ed esigere!
Sperando che la “de-istituzionalizzazione” , obiettivo della legge, non rimanga una parola e, ciò che segue il “de”, una spada di Damocle sulle teste di noi famiglie.
Stefania Stellino
Presidente Angsa Lazio Onlus