La piattaforma eFamily ha tenuto!
Centinaia di persone collegate da 10 minuti prima delle 15, l’ora x: “visto mai aprissero qualche minuto prima” lo sportello per la presentazione della domanda per il 2025 dei buoni servizio non autosufficienza.
Ma puntuale alle 15:00 si scatena l’inferno. Altro che Decimo Massimo, qui centinaia di donne e uomini, padri e madri davanti una tastiera sperando non si bloccasse tutto, sperando di entrare e caricare la nuova domanda. Chi carica documenti dei figli al posto dei propri, chi il verbale della legge 104 al posto della domanda firmata, chi disperatamente chiede come inserire l’ISEE, dove trovare il valore numerico relativo. Il panico, perché è un click day, una lotteria, una guerra tra poveri. L’importante è arrivare a quel bottone con su scritto INVIA “tanto poi ci danno la possibilità di integrare e correggere, come lo scorso anno”.
Poi iniziano ad arrivare le prime conferme: “inviata”, “fatto”, “ci sono riuscita”.
E ci si comincia ad aiutare nelle varie chat, al telefono con chi ha difficoltà. Scatta la solidarietà, anche perché, brutto a dirsi, l’altro non è più visto come un nemico.
Dopo 3 ore e 20 minuti, alle 18:20, come avevamo previsto e denunciato appena letto il bando a novembre, da tutti, da noi associazioni e dagli stessi sindacati, i fondi sono terminati. Rien ne va plus.
Dopo tutto erano solo 8 milioni quando lo scorso anno i 20 milioni stanziati sono riusciti a mala pena (qualcuno è comunque rimasto fuori) a garantire i buoni a tutti coloro che li avevano richiesti, senza l’affanno e la mannaia del click day. Click hour, meglio dire. Dopo poco più di 3 ore il gioco è finito…
Senza neppure aver verificato le domande. Così.
E molti rimangono appesi. Molti rimangono fuori sul più bello. Molti si collegano e increduli trovano lo sportello già chiuso.
Una mamma piange: era riuscita ad arrivare quasi alla fine. Quasi. Ma non è riuscita a vedere quel bottone con scritto INVIA. Scoppia a piangere perché non ha proprio soldi, ma un figlio che pesa 90 chili con una tetraparesi e senza operatore è sola e non può neanche lavarlo.
Ecco. Quando i fondi sono pochi abbiamo bisogno che i criteri di scelta siano orientati a soddisfare le esigenze di chi ha meno risorse, non di chi è più veloce a fare un click con il mouse. Quando i fondi sono pochi abbiamo bisogno che chi ci governa sia in grado di ridurre gli sprechi, non ridurre i servizi.
Quando i fondi sono pochi abbiamo bisogno che ci governa abbia il coraggio di valutare le priorità e pensare a tutte le mamme e papà che non avranno un sollievo, pensare alle persone con disabilità che vedranno ridotta la loro qualità di vita.
Pensate!
Noi intanto piangiamo. Ora.
Da domani combatteremo anche per quella mamma!