Servizio Pubblico e Autismo: molte luci, qualche ombra e una pecca

Siamo stati molto soddisfatti per la grande esposizione mediatica che il 2 Aprile c’è stata per l’VIII giornata della consapevolezza sull’autismo.

Grande è stato soprattutto lo sforzo del servizio pubblico: le tre reti Rai, ma anche quelle tematiche, hanno incentrato il proprio palinsesto sull’autismo dando molto spazio alle esperienze positive, alle famiglie, alle difficoltà e all’informazione.

Come ANGSA Lazio il giudizio su come l’argomento è stato trattato, anche in considerazione che comprendiamo alcune esigenze televisive, è sostanzialmente soddisfacente.

Abbiamo anche tollerato, con l’augurio magari che nei prossimi anni se ne parli sempre meno, il risalto dato a libri scritti con la comunicazione facilitata: non abbiamo nulla contro le famiglie che hanno deciso di usarla o con i loro ragazzi ma riteniamo che il messaggio che ne scaturisce non sia in linea con l’evidenza scientifica che ha (da molto tempo) bocciato il metodo nei casi di autismo (vedi precedente post sul tema o leggi la nostra FAQ). Proprio sulla CF evidenziamo molta confusione se è vero che su RAI3, nella trasmissione CI SIAMO, prima si trasmette il film “Pulce non c’è” che, tra le altre cose, denuncia la “truffa della comunicazione facilitata” e subito dopo, il comunque bravo Giovanni Anversa, ci parla di un libro scritto con la comunicazione facilitata….

Quello che invece non possiamo tollerare, l’abbiamo ascoltato nel servizio dedicato all’autismo della rubrica TG “Leonardo” in onda su Rai3.

Sia nell’introduzione che nella parte finale del servizio è stato detto:
“…la scienza si interroga e sta tentando tutte le strade: dai rapporti psicologici con i genitori alla genetica…”
“Resta infine la spiegazione psicologica della malattia quella che fa riferimento al rapporto tra il neonato e la madre

E’ grave che ancora oggi qualcuno possa associare l’autismo a un problema psicologico, ancor più grave se a dare spazio a queste infondate teorie è un rubrica che si definisce “TG delle scienze”. Un giornalista ha il dovere di verificare le notizie, un giornalista scientifico ne ha pure l’obbligo: non esiste scienziato che ancora pensi che all’origine di questa sindrome ci sia un rapporto “tra neonato e la madre” e non siamo disposti a tollerare che qualcuno riproponga “favole” che hanno ritardato l’uso di approcci efficaci per i nostri figli e colpevolizzato intere generazioni di famiglie.

Speriamo che in un prossimo futuro il TG delle Scienze, riaffronti l’argomento “autismo” senza dare spazio a sciocchezze psicodinamiche ma rafforzando il concetto che oggi solo gli approcci comportamentali e l’educazione speciale rappresentano gli unici interventi possibili per le persone con autismo.

ANGSA LAZIO Onlus

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